“… è l’ora soave che il sol morituro saluta/ le torri e il tempio, divo Petronio tuo…”.
Ci mancava anche la citazione poetica, potrà pensare qualcuno, che, letto il romanzo, penserà che inseguo i miei pallini letterari come Malavoglia…
Non voglio incombere con il resoconto delle mie presentazioni, ma in effetti l’andare per l’Italia, con il mio libro in mano da presentare, mi consente varie riflessioni e diversi spunti.
Nel tramonto bolognese di una giornata di fine inverno ho avuto l’onore di entrare, per presentare, tra le mura dell’antica libreria Zanichelli (ora Zanichelli coop), che affaccia le sue vetrine sotto il porticato del palazzo dell’Archiginnasio, sede dell’antica università e ora gloriosa biblioteca comunale, famosa a livello europeo, specializzata in campo umanistico; dove, tanto per citarne uno, ha fatto lezione e tenuto incontri anche Albert Einstein…
Così Messa alla prova, piccina piccina ma, in fondo, in sintonia con i messaggi aleggiati tra quelle antiche mura, ha provato a far arrivare la sua voce di invito all’empatia, all’attenzione per l’umanità che è in noi; da difendere sempre e da non “sgualcire” mai, nonostante tutti gli ostacoli che si frappongono, fuori e dentro di noi.
Ancora una volta ho ritrovato ad ascoltarmi occhi attenti di operatori, che forse rivedono un po’ se stessi nelle difficoltà dei personaggi, “attori” e “attanti”, come si direbbe con i termini di un manuale di composizione delle fabulae letterarie.
Operatori che nel libro si ritrovano nella lotta contro il disagio e la fatica degli adolescenti ma anche contro i limiti e le inadeguatezze (anche delle istituzioni) nel farvi fronte. Ma ho trovato e riconosciuto anche gli occhi di giovani operatori coraggiosi, consapevoli e tenaci, che ben conoscono le difficoltà dell’oggi ma vanno verso il futuro con la serena sicurezza di chi si spende per ciò che è giusto.
Sono contento che Messa alla prova mi consenta ovunque di incontrare persone così, che hanno ancora voglia, anche attraverso la lettura o la riflessione su un romanzo, di mostrare il loro impegno di ricerca e approfondimento.
Così ˗ nel tramonto della “fosca e turrita Bologna”, peraltro risplendente delle luci nascoste tra le bifore dei palazzi medioevali ˗ ho ripreso anch’ io il mio cammino verso altre mete, mettendomi alla prova con il mio libro in mano. In cerca ˗ forse un po’ velleitariamente, ma non è questo che conta ˗ di altre voci e altri occhi per accompagnarmi nella testimonianza di umanità che è, in fondo, la scrittura di un libro, per piccino piccino che sia.