Anche al Salone del libro di Torino si è parlato di “Mare Fuori” con gli sceneggiatori e i registi ( oltre che con uno degli attori) nell’ambito dei vari incontri dedicati al carcere.

Il titolo era impegnativo: Il mondo reale e quello raccontato  dalla serie “Mare Fuori”.

Infatti partecipava all’incontro anche la dott. Simona Vernaglione, direttrice del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino, che ha portato la testimonianza delle difficoltà e dei vissuti di un carcere minorile “vero” , sottolineandone gli aspetti problematici e le necessità educative  da mettere in campo.

Un discorso in effetti molto simile a quello che negli anni ’80 portò a Torino il progetto pilota “Ferante Aporti”, lavoro di squadra che vide molteplici sinergie,  a cui in seguito molti si ispirarono, e che vedeva la Città compartecipe  delle attività educative realizzate dentro e fuori dal carcere.

Ma torniamo a “Mare Fuori”: riporto qui il link del mio articolo su Questioni Giustizia in cui recensivo la serie e riflettevo anche su alcuni aspetti educativi.

https://www.questionegiustizia.it/articolo/mare-fuori

Nella recensione già si dice tutto:  mi sembrava  indispensabile, al di là degli incontri (con bagno di folla gratificante per artisti e autori), dare spazio a qualche considerazione maggiormente legata  al mondo reale del disagio  degli adolescenti, del carcere e della giustizia penale minorile.