Man mano che veniva presentato Messa alla prova ha mostrato, gradualmente, tutta la sua anima.
Le prime presentazioni hanno avuto il carattere dell’accompagnamento, da parte dei presentatori, dell’esordiente scrittore di romanzi, verso una nuova esperienza. Così alla libreria di Binaria, il “Centro commensale” del Gruppo Abele a Torino, con la presentazione di Franco Prina, docente universitario nonché ex giudice onorario; così anche alla libreria Il bardotto, dove Camillo Losana, presidente storico del Tribunale per i Minorenni in anni ruggenti del diritto minorile, ha accompagnato anche lui, quasi con delicatezza, i primi passi del libro ancora fresco di stampa.
Poi, man mano, con il cambiare dei paesaggi e delle location, anche le presentazioni hanno acquisito nuove tonalità e il libro ha iniziato a proporsi, di fronte a pubblici diversi, nelle sue varie sfaccettature.
Già a Varazze, di fronte al mare, grazie alle domande della giornalista Graziella Riviera ha preso a “dischiudersi” meglio la narrativa che connota il libro, con i suoi caratteri di fiction e i suoi possibili messaggi.
E così via, negli incontri presso centri culturali o librerie, sono stati sottolineati aspetti diversi, ora letterari, ora sociali, ora psicologici, così come nella presentazione di Pinerolo a cura della professoressa Silvia Bonino.
Questo a riprova del fatto – come è stato detto- che ciascun lettore può leggervi o trovarvi riferimenti diversi e che l’habitat di Messa alla prova non è esclusivamente giudiziario: il suo destinatario finale può essere davvero chiunque perché, in altre parole, non è proprio un romanzo a tesi. Altrimenti non condurrebbe persone così diverse a conclusioni così “aperte”.
Un altro fatto da segnalare: il libro è stato presentato da due docenti esperte di letteratura, in particolare in lingua inglese: Rosanella Volponi a Livorno e Ornella Pozzi a Torino. In entrambi i casi il romanzo è stato commentato e presentato nelle sue suggestioni, nella struttura narrativa, nella psicologia dei personaggi, maschili e femminili, nei possibili parallelismi con altre opere di narrativa, cioè “ha messo gambe” da un punto di vista letterario… Probabilmente è dipeso dall’esperienza e dalla competenza delle due presentatrici se, ascoltandole, mi sono sentito non solo un ex magistrato “impancatosi” a scrittore, quasi costretto a giustificarsi… per aver deciso di ingrossare le fila degli esordienti nella narrativa provenienti, per non dire transfughi, dalla magistratura… Un grazie, quindi, a loro, senza dimenticare la giovane Chiara Dalmasso, che scrive per L’Indice dei libri del mese e per il Corriere (edizione torinese) e il 27 novembre 2018, nella presentazione alla Fondazione Croce di Torino, ha parlato, ella pure, del mio romanzo sotto il profilo letterario, facendosi ˗ credo proprio ˗ apprezzare da tutti.
Concludendo: una bella esperienza, arricchita dalla lettura di alcuni passi del libro, in alcune occasioni, da parte di attori, attrici o lettori appassionati. In quei momenti ho sentito vivere il mio libro e mi è sembrato che gli ascoltatori comprendessero, empaticamente, che attraverso le parole possiamo anche “sentire” l’anima. Del libro, naturalmente, ma forse, chissà, anche un po’ la nostra.