Una settimana fa a quest’ora ero a Napoli e stavo presentando il mio libro Fronte sud all’Accademia dell’Alto mare, sul molo Molosiglio. Un luogo insolito e affascinante, nella sala della biblioteca, che contiene una preziosa collezione di libri, tutti riguardanti il mare.
Il mio libro riguarda il mare? Nel il mio libro il mare non è solo l’immagine coinvolgente e dinamica della copertina
Esso è in certi momenti il vero protagonista, come figura metaforica o come realtà fisica che mette alla prova giovani e meno giovani, quasi costituendo la griglia di riferimento della narrazione, secondo gli assi tradizionali dello spazio e del tempo.
L’intera vicenda scaturisce infatti da situazioni fortemente intrecciate nel tempo della vita e della storia , ma con i dati di uno spazio che si allarga nei viaggi e nei percorsi dei protagonisti, restringendosi poi nella memoria, nei ricordi, nei desideri di una vita più raccolta intorno agli affetti e alla propria quotidianità .
I viaggi in mare dei protagonisti di oggi sono spesso avventurosi, compiuti per sfidare la sorte, per intraprendere nuove esperienze, per fuggire da vite difficili e sempre in bilico. Ma c’è anche il viaggio di un protagonista “ di ieri” verso “le terre d’Oltremare”, la terra promessa di un nuovo “posto al sole” , che si rivelerà foriera di morte, di distruzioni, di nuove fughe e nuovi ritorni.
C’è il mare temuto, quello cercato e amato, quello che consente di recuperare speranza, quello da solcare ancora una volta per poter restituire dignità alle vittime di ieri e di oggi.
Il libro si apre con una aggressione notturna , in uno spazio racchiuso e ben circoscritto. Ma subito la narrazione condurrà i personaggi a muoversi, a cercarsi o a fuggirsi in spazi diversi, ampi o ristretti; ci sarà anche un viaggio dentro di sé, attuato attraverso l’Italia, con tappe frequenti presso il mare , che consentiranno di dare sfogo alle emozioni, di ritrovare valori e motivazioni.
Il libro si chiude ancora con un viaggio, un volo in aereo sul mare, un viaggio per far memoria , ma anche per testimoniare una speranza ritrovata, immediatamente da spendere in nuove relazioni.
Insomma, il mare della vita, a volte della morte, ma soprattutto delle emozioni, dei sentimenti. Un mare interiore di umanità, che sono stato ben contento di condividere con il mare che circonda il molo dell’Accademia dell’Alto mare di Napoli.